3.- Castelli in aria
Rosaura: (la padrona) Colombina! Colombina!
Colombina: (la cameriera) Eccomi, signoara, Che c’è?
Rosaura: un cliente, un cliente di riguardo!
Colombina: e com’è?
Rosaura: com’è, com’è! Vai di là! Vallo a servire e lo vedrai. Ma
spicciati e trattalo bene
Colombina: volo! (esce)
Rosaura: che cliente! Che vestiti!
Colombina: (rientra esultante) Signora, signora! Mi ha ordinato
anguilla al forno, vino di bottiglia…
Rosaura: dici davvero? Ma questo è un gran cliente! Servilo subito, per
carità
Colombina: lasci fare a me, signora. Qui si diventa ricche! (esce di
corsa)
Rosaura: uno, due, tre, mille pasti. E dopo quello…
Colombina: (rientrando) Ecco, è servito. M’ha detto grazie con un cenno
del capo. Pareva un duca!
Rosaura: sai che ti dico? Che se a quel cliente piacerà la nostra
tavola, ritornerà
Colombina: e porterà con sè gli amici
Rosaura: duchi e marchesi
Colombina: conti e baroni
Rosaura: principesse, dame eleganti Colombina: vedremo splendere monili
e anelli
Rosaura: sarà la ricchezza. Trasformeremo la trattoria. Diventerà un
albergo di prima classe
Colombina: ed io sarò la direttrice della servitù
Rosaura: le mie colleghe mi invidieranno. Ma non importa. Una splendida
gondola mi porterà in sogno lungo la Riva degli Schiavoni
Colombina: (affacciandosi alla porta di fondo) Signora!
Rosaura: che c’è? Colombina: (coprendosi gli occhi con le mani) Il
cliente! Ha mangiato tutto!
Rosaura: beh, che c’è di male?
Colombina: ha mangiato tutto e se n’è andato senza pagare!
(Rosaura sviene)
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