1.- Scherzo di Carnevale
La scenetta si svolge su una piazza da fiera tra Brighella, venditore
di cialde, e Arlecchino.
Brighella: (davanti al banco delle cialde) Da Brighella, orsù venite; e
le cialde sue sentite, fatte al gusto bergamasco, da condir con un buon fiasco!
Arlecchino: Anche tu alla bancarella, e che vendi, buon Brighella?
Brighella: cialde, cialde ancor fumanti, ma per te saran pesanti (tra
sè) Ci scommetto che Arlecchino non ha il becco di un quattrino!
Arlecchino: belle, invero!… (tra sè) Che disdetta rimaner sempre in
bolletta!
Brighella: Bella gente; cialde uguali, fan passare tutti i mali; e la
spesa e ben meschina: cento lire una dozzina! E, su dodici, ecco qua: una in
dono se ne avrà!
Arlecchino: (tra sè) Una in dono? O intesi male? Che pensata originale!
Brighella: Arlecchino, vuoi comprare? Vieni avanti, è un buon affare!
Arlecchino: Dimmi ancor… dodici cialde…
Brighella: cento lire… calde calde!
Arlecchino: E una cialda… hai detto tu…
Brighella: La regalo in sovrappiù!
Arlecchino: (servendosi di una cialda ed allontanandosi in fretta) Allor
senti, buon Brighella, per intanto prendo quella e, per le altre a pagamento,
tornerò un altro momento! (mangia la cialda fra le risa del pubblico)
Brighella: il furfante m’ha giocato… Ah, il citrullo che son stato!
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