martes, 7 de febrero de 2017

Recite con le maschere tradizionale italiane

4.- Il seccatore
Pantalone sta leggendo un libro. Bussano alla porta d’ingresso e Arlecchino va ad aprire; poi, con sgambetti e piroette, farà da spola tra il visitatore e il padrone.

Cavaliere di Ripafratta: vorrei parlare col tuo padrone, è in casa?

Arlecchino: non lo so Cavaliere di Ripafratta: e allora fammi il favore di andare a vedere

Arlecchino: non occorre, adesso glielo domando. (A Pantalone) Padrone, c’è di là un tale che vorrebbe parlare con lei, che cosa gli dico?

Pantalone: Auff! Non si può stare un momento tranquilli. Digli che non ci sono.

Arlecchino: Sta bene. (al cavaliere)Il mio illustrissimo signor padrone, Pantalone dei Bisognosi, in casa non c’è.

Cavaliere di Ripafratta: ne sei certo?

Arlecchino: Certissimo. Me l’ha detto lui.

Cavaliere di Ripafratta: ebbene, io sono il Cavaliere di Ripafratta. Digli che devo assolutamente parlargli. Si tratta di un affare che urge e che non può essere rimandato.

Arlecchino: glielo dico subito! (A Pantalone) Quel tale dice di essere il Cavaliere di Ripafritta e che si tratta di un affare che urge

Pantalone: quel tale è un seccatore! Gliel’hai detto che non sono in casa?

Arlecchino: gliel’ho detto, ma vuol parlare lo stesso

Pantalone: digli che non posso riceverlo, che sto poco bene, che sono a letto ammalato.

Arlecchino: Signorsì. (al cavaliere) Eccellenza, il mio padrone non può riceverla perchè sta poco bene. E’ a letto ammalato.

Cavaliere di Ripafratta: oh, mi dispiace. Ma sono capitato a proposito. Ho studiato medicina e mi basterebbe tastargli un momentino il polso, per sapere di che malattia è affetto. Va’ a dirglielo.

Arlecchino: Vado. (a Pantalone) Il Cavaliere ha fatto un grande discorso.

Pantalone: insomma, non vuol andarsene?

Arlecchino: no, non vuol andarsene. Ma gli basterebbe tastarle il polso.

Pantalone: vorrebbe tastarmi il polso? Digli che ho una malattia contagiosa. Digli che ho gli orecchioni e se mi viene vicino se li prende anche lui. Vai, corri.

Arlecchino: corro con tutte le mie gambe. (al cavaliere) Il mio padrone ha le orecchie asinine e se uno lo tocca diventa un asino anche lui

Cavaliere di Ripafratta: niente paura! E’ una malattia che ho avuto anch’io da bambino e chi l’ha avuta una volta non la prende più. Ma digli che, per fortuna, ho con me una pomata prodigiosa e se mi permette di spalmargliela, guarisce all’istante.

Arlecchino: E’ una vera fortuna! (a Pantalone) Dice che ha una marmellata speciale da mettere sulle orecchie Pantalone: questa è una vera persecuzione! Io voglio essere lasciato in pace. Digli che sono moribondo e sto dettando il testamento

Arlecchino: è una buona idea. (al cavaliere) Il mio padrone è occupatissimo a fare il testamento e deve farlo in fretta perchè sta per morire

Cavaliere di Ripafratta: il questo caso potrei essergli utile come testimone e metter la firma sul documento. Va’ subito a dirglielo

Arlecchino: (a Pantalone) dice che potrebbe far da compare

Pantalone: digli che sono morto Arlecchino: (al cavaliere) il mio padrone è morto


Cavaliere di Ripafratta: sono veramente addolorato. Vengo a recitare una preghiera per lui. (Passa imperterrito davanti all’esterrefatto Arlecchino)

Cavaliere di Ripafratta

Pantalone

Arlecchino


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